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venerdì 24 gennaio 2014

5. Miriam Sodero LA SINFONIA N.9: IL “TERZO STILE” DI BEETHOVEN

Miriam Sodero

LA SINFONIA N.9: IL “TERZO STILE” DI BEETHOVEN

NONA SINFONIA “della gioia” o “corale” in re minore op. 124 (1824) Durata media: 65 minuti


Manoscritti della Sinfonia





I primi abbozzi veri e propri della Sinfonia corale risalgono al 1817, nello stesso periodo della composizione della Sonata Hammerklavier. Questo lavoro preparatorio proseguì fino ai primi mesi del 1819, quando Beethoven abbandonò la Nona per dedicarsi ad altre composizioni, anche a causa delle esigenze economiche che lo costringevano a trovare fonti di guadagno; in quegli anni videro la luce capolavori come la Missa Solemnis, le Sonate per pianoforte op. 109, 110, 111, le 33 Variazioni su un Walzer di Diabelli.
BeethovenSonata Hammerklavier
Beethoven: Sonata op. 109






Beethoven: Variazioni su un Walzer di Diabelli





La nona sinfonia rappresenta una svolta nella storia di questo genere musicale. Sono stati
scritti interi saggi su di essa e sulla sua importanza nella storia della musica. È una sinfonia difficile, anche da eseguire, ed emotivamente assai intensa.



 Basti ricordare che Bernstein, nel 1989, la scelse per celebrare la caduta del muro di Berlino, in una memorabile esecuzione all’aperto davanti alla porta di Brandeburgo; in tale occasione sostituì nel testo cantato in tedesco dal coro la parola “gioia” con quella “libertà”; inoltre il “tema della gioia” è l’inno ufficiale dell’Unione Europea (pdf).
Gli schemi formali della nona sinfonia sono quelli classici ma estesi e in certi punti quasi violentati, tanto da renderli quasi irriconoscibili, come vedremo.
Quanto al “tema della gioia” tutti i commentatori mettono in evidenza “l’immanenza” di tale idea nella vita creativa di Beethoven: è come se egli lo avesse cercato per tutta la sua vita fino a trovarlo nella sua forma compiuta e perfetta, in occasione della composizione di questa sinfonia. Beethoven usò, infatti, spunti tematici simili in decine di composizioni precedenti: la seconda sinfonia, il quarto concerto per pianoforte (ultimo movimento), un lied per voce e piano, la fantasia per pianoforte, coro e orchestra.


http://conquest.imslp.info/files/imglnks/usimg/b/b6/IMSLP75517-PMLP86695-Beethoven_concerto4_2.mp3
Concerto per pianoforte e orchestra n. 4 II-III Mov.
Beethoven: Fantasia Corale










Beethoven - Fantasia per pianoforte, coro e orchestra

 Reminiscenze del tema (pdf) risuonano inoltre sia nel primo movimento sia nello scherzo della stessa nona sinfonia: è come se Beethoven usasse una tecnica “subliminale” per avvicinare e preparare l’ascoltatore a questo tema che, pur nella sua semplicità, rimane una delle melodie più famose mai concepite.

1° movimento : Allegro ma non troppo, un poco maestoso. 


L’incipit della sinfonia è stato spesso paragonato alla “creazione” che Michelangelo dipinse nella cappella Sistina, in quanto, all’ascolto, la musica pare prendere forma quasi dal nulla fino a che, in un sublime crescendo, esplode il primo tema della forma sonata, enunciato da tutta l’orchestra. È difficile individuare precisamente un secondo tema: molti commentatori preferiscono parlare di “aree tematiche” altri individuano fino a tre ulteriori temi. L’esposizione viene ripetuta ma con alcune variazioni. Lo sviluppo è basato interamente sul primo tema che è alla base di una fuga ampia e complessa. La ripresa riprende il gesto iniziale della creazione ma in fortissimo. Il brano si chiude con una vasta “coda” (pdf), vera e propria quarta sezione aggiunta alle tre canoniche della forma sonata, che riprende, mischiandole, tutte le idee ascoltate fino a questo momento e chiude il movimento con la ripetizione,
perentoria, del primo tema.


Beethoven sinfonia n.9 - Mov. 1


2° movimento : Molto vivace. È uno scherzo “indiavolato”, seguito da un trio che sembra richiamare, in certi punti, il tema del finale della sinfonia, il già citato “inno alla gioia”.
Scherzo e trio sono ripetuti due volte e il brano si conclude con una ripresa scorciata dello scherzo. Quest’ultimo è percorso quasi instancabilmente da una pulsazione ritmica, assai caratteristica, enunciata fin dalle prime battute anche dal timpano in funzione “solistica”: si narra che alla prima esecuzione i viennesi, piacevolmente sorpresi da questa novità, scattarono in piedi applaudendo e fecero poi rieseguire tutto il brano da capo al fondo. Lo scherzo si compone, come di consueto, di due sezioni ripetute, così come il trio.




Beethoven Sinfonia N. 9 - mov. 2

3° movimento : Adagio molto e cantabile, andante moderato. Si compone di due sezioni (adagio e andante) che si alternano per due volte. È un brano che io trovo francamente un po’ noioso (Beethoven mi perdonerà) e non l’ho mai digerito del tutto, anche se, l’inizio in pianissimo, è davvero suggestivo.




Beethoven Sinfonia N.9 - Mov.3

4° movimento : Presto – allegro – adagio – maestoso – allegro – moderato – stringendo presto – maestoso – presto. Già dalla numerosità delle sezioni e dall’alternanza delle indicazioni circa la loro velocità si può capire quanto la struttura di questo brano sia complessa. Le analisi su tale aspetto sono moltissime e tutte interessanti. Il movimento si compone di una vasta introduzione orchestrale, che inizia con un aspro accordo dissonante sul rullio dei timpani, nel quale vengono prima ricapitolati tutti i temi dei movimenti precedenti e poi presentato il tema della gioia, inizialmente presentato solo con gli strumenti, con una tecnica, basata sull’accumulo, cara a Beethoven e già usata in precedenti composizioni. Il tema viene, infatti, enunciato dai violoncelli senza alcun accompagnamento; poi passa alle viole e i violoncelli eseguono un controcanto.
Successivamente passa ai violini secondi mentre viole e violoncelli accompagnano il tema e così via, finché il tema esplode a fiati e percussioni mentre gli archi accompagnano. A questo punto ritorna l’accordo dissonante e il pezzo sembra iniziare da capo: invece entra il baritono che canta su parole scritte da Beethoven (in tedesco); “amici non questi suoni, alto e più grato canto leviamo” e, subito dopo, riprende il tema della gioia, questa volta cantato, sul testo dell’omonimo inno di Schiller.



 L’inno viene presentato per intero sempre sul tema della gioia alternando i solisti e il coro per tre volte. Una quarta ripetizione del tema avviene su una ulteriore strofa (pdf) ma è introdotta da un gioco delle percussioni su un ritmo molto più danzato: entra il tenore al quale fa eco, ancora una volta, il coro. Segue un ampio episodio orchestrale che è un bellissimo fugato, armonicamente molto complesso, basato su un frammento del tema della gioia e che si conclude con dei richiami in pianissimo dei corni che introducono l’ultima ripetizione del tema nella sua forma originale, da parte del coro e della piena orchestra, in fortissimo: è questa la sezione utilizzata come inno della Unione europea ed è la più famosa dell’intero movimento. Il movimento cambia a questo punto decisamente carattere con due brani più lenti (un andante e un adagio) affidati al coro, basati su un nuovo tema, al termine del quale, sulla parola “sternen” (stelle) c’è un famoso passaggio nel quale orchestra imita (e ci riesce!) il luccichio di una notte stellata. Dopo questa parentesi intima e struggente, il pezzo riprende vita e si avvia a conclusione con una doppia fuga (pdf) per coro basato sui due temi precedentemente ascoltati: il tema della gioia è quello su cui era basato il brano lento. Seguono una sezione affidata ai solisti e quindi una monumentale ma breve coda (che alterna una sezione prestissimo a una maestoso nella quale si congedano solisti e coro) che conclude trionfalmente la sinfonia senza il ricorso, tuttavia, a quelle stentoree ripetizioni di accordi, efficaci ma un po’ retoriche, che caratterizzano altri finali beethoveniani (quello della quinta per tutti).
Pare che alla conclusione della prima esecuzione, il pubblico, sapendo che Beethoven era completamente sordo, non applaudì ma iniziò a sventolare dei fazzoletti bianchi per mostrare il proprio omaggio al compositore.




Beethoven Sinfonia N.9 - Mov.4











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1 commento:

  1. Anche a te Miriam mancano i collegamenti a files pdf salvati nel tuo computer. Per il resto, bene!

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