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venerdì 24 gennaio 2014

4. Miriam Sodero LE SINFONIE N. 3, 4 E 5: IL “SECONDO STILE” DI BEETHOVEN



Miriam Sodero


LE SINFONIE N. 3, 4 E 5: IL “SECONDO STILE” DI BEETHOVEN


TERZA SINFONIA “eroica” in Mi bemolle maggiore op. 55 (1804). Durata media: 50 minuti


 La sinfonia fu inizialmente dedicata a Napoleone Bonaparte(pdf), quale omaggio agli ideali universali propagati – suo tramite – dalla rivoluzione francese. La leggenda vuole che Beethoven, appreso che Napoleone si era proclamato “imperatore”, ritenendo che tale gesto rinnegasse gli stessi ideali rivoluzionari, abbia strappato rabbiosamente il frontespizio dell’autografo della sinfonia contenente la dedica. Da allora la sinfonia sarebbe rimasta denominata più semplicemente “eroica”, con riferimento, soprattutto, al secondo movimento che è una marcia funebre (forse ironicamente) dedicata al “sovvenire di un grand’uomo”, come si legge, in partitura, all’inizio del brano. La circostanza che si tratti di Napoleone sarebbe avvalorata da una conversazione di Beethoven con un allievo che molti anni dopo gli chiedeva cosa provasse alla notizia della morte dell’ex imperatore (avvenuta nel 1821)1. In quell’occasione il compositore avrebbe sdegnosamente risposto che, per quanto lo riguardava, non aveva più nulla da dire avendo già composto la marcia funebre per Napoleone quando questi era ancora in vita.

Manoscritto: la dedica a Napoleone è cancellata



Il definitivo dedicatario sarà il Principe Joseph Franz Maximilian Lobkowitz, un aristocratico boemo appassionato di musica e buon violinista dilettante che ne ospitò nel proprio palazzo la prima esecuzione. La Sinfonia Eroica si presenta con grande solennità storica. Beethoven ricerca di proposito il luogo comune tematico: il primo tema, avvicinato ad una lunga teoria di temi in mi bemolle ripetuto innumerevoli volte in un isolamento statuario, lascia scoperti, volutamente, i dati di partenza; il tema finale, che era già stato impiegato nell'ultimo episodio delle Creature di Prometeo (pdf) con numerose variazioni (pdf) di pianoforte, viene inserito per far comprendere meglio la nuova e grandiosa maniera del costruire.

 Beethoven: Le creature di Prometeo



Un elemento di sconcertante novità dell’Eroica è il primato assoluto del ritmo. Il movimento non si concede pause, le cellule ritmiche che portano come in braccio la melodia si susseguono e si avvicendano dando al discorso musicale un impulso rettilineo, fluido e incontenibile. Come accadrà più volte nelle invenzioni di Beethoven è questo ritmo (pdf) a conferire un’organicità peculiare alla composizione. E lo notiamo proprio in questo movimento dove si produce in continuazione dinamismo, un dinamismo che genera pensieri musicali in maniera consequenziale ma talmente vorticosa, che i contemporanei definirono “accumulo di idee colossali, privo di un contorno adeguato” (giudizio riportato dall’amico Georg Griesinger in una lettera indirizzata all’editore Breitkopf in cui riferisce le reazioni a caldo del pubblico di una delle prime rappresentazioni). L’ignoto ascoltatore aveva suo malgrado perfettamente centrato il carattere rivoluzionario del movimento: “l’accumulo”, cioè questa spinta progressiva che genera quasi “naturalmente” idee su idee, che sono propriamente colossali in quanto i contrasti tra gli elementi sono volutamente esasperati, la tensione è continua, il tessuto musicale si inarca senza spezzarsi in virtù della forza unificante del ritmo, proprio quel ritmo che animando la spinta della musica la contiene assieme in un gioco di contrappesi perfetti, un gioco forse mai più ripetuto da nessuno a questo livello di perfezione, limpidezza, sorprendente ragionevolezza.

Concerto al GewandHaus di Lipsia
 Eppure pochi contemporanei avevano capito questa straordinarietà prigionieri com’erano di una sorta di bon ton delle dimensioni di un concerto. Così si esprimeva il recensore della Allgemeine musikalische Zeitung, all’indomani della prima viennese “... In ogni caso questo nuovo lavoro di Beethoven possiede grandi e audaci idee (...) ma il tutto guadagnerebbe se l’autore si decidesse ad abbreviare la sinfonia che dura quasi un’ora (sic!) introducendovi maggior leggerezza chiarezza ed unità...”
Cambiando latitudine però Beethoven trovò pubblici migliori e più disposti alla sua sfida. A Lipsia, nell’inverno del 1807 dopo una coinvolgente prima esecuzione il pubblico chiese a gran voce una replica che venne eseguita ad appena una settimana di distanza. La sala della Gewandhaus si confermava così come il vero tempio della musica nuova.



Le dimensioni complessive dell'"Eroica" (la più lunga sinfonia scritta sino a quel momento) sono superate solamente dalla Nona Sinfonia. Il volume dell'orchestra è vibrante e per la prima volta in una sinfonia vengono usati tre corni ed i singoli accordi sono ricchi di sforzati di notevole evidenza.

1° movimento : in forma sonata, si apre con due monumentali accordi a tutta orchestra ai quali segue il primo tema, molto semplice e orecchiabile (quasi banale), esposto dagli archi che è poi sottoposto a un processo di amplificazione che lascia stupefatti; in particolare colpiscono l’ampiezza dello “sviluppo” e la novità delle soluzioni adottate dal punto di vista sia timbrico sia armonico (le dissonanze che oggi noi percepiamo come normali all’epoca dovettero lasciare attoniti i primi ascoltatori). Da notare che qui la forma sonata è ulteriormente ampliata comprendendo anche una “coda” che, dopo la ricapitolazione, riprende nuovamente alcuni temi del primo movimento e parti dello sviluppo e lo conclude con gli stessi due scultorei accordi con il quale era iniziato.

http://javanese.imslp.info/files/imglnks/usimg/6/6a/IMSLP246970-PMLP02581-Symphony_No._3_in_E_Flat_Major_Eroica__Op._55_-_I._Allegro_con_brio.mp3

2° movimento : la marcia funebre è particolarmente monumentale ed è suddivisa in cinque sezioni: la prima, la terza e l’ultima sono basate su un tema solenne e dolente enunciato dagli archi gravi che ritorna variato a ogni ripetizione. La seconda e la terza sezione sono episodi fugati che culminano in due fortissimo a tutta orchestra di notevolissimo impatto.
La conclusione del brano è basata su frammenti del tema principale inframezzati da pause che rendono l’atmosfera rarefatta e quasi straniante.

http://conquest.imslp.info/files/imglnks/usimg/8/80/IMSLP246971-PMLP02581-Symphony_No._3_in_E_Flat_Major_Eroica__Op._55_-_II._Marcia_funebre_Adagio_assai.mp3


3° movimento : lo scherzo si ripete due volte alternato al trio. Il ritmo del brano è particolarmente vorticoso e colpisce per il senso di agitazione e di incessante pulsazione, favorita anche dalle continue escursioni di intensità: si parte ogni volta dal pianissimo per arrivare al fortissimo rinforzato dall’uso innovativo dei timpani, letteralmente “scatenati”.
Una notevole caratteristica, spesso presente nello stile di Beethoven, è il contrasto ritmico: mentre la melodia parrebbe costruita su note legate tra loro a due a due (ritmo di marcia), il brano è in tempo ternario, provocando in tal modo il continuo spostamento degli accenti che contribuisce grandemente alla sensazione di potente dinamica ma anche di precarietà e di agitazione.

http://javanese.imslp.info/files/imglnks/usimg/5/53/IMSLP246972-PMLP02581-Symphony_No._3_in_E_Flat_Major_Eroica__Op._55_-_III._Scherzo_Allegro_vivace.mp3


4° movimento : si tratta di un tema che viene sottoposto a un ragguardevole numero di variazioni (una cinquantina?) caratterizzate da ricchezza inventiva e estrema varietà di realizzazione. Il tema è molto semplice (come lo era quello del primo movimento) ed era già stato utilizzato da Beethoven in precedenti composizioni: le variazioni per pianoforte e la musica di scena per il balletto “le creature di Prometeo”. Ancora una volta non possiamo che rimanere stupefatti per l’inventiva straripante che si genera da materiali sonori in fondo così elementari. La coda finale è particolarmente “tellurica” anche se, in fondo, abbastanza retorica, con l’uso dei corni, delle trombe e dei timpani notati “sforzato”: alcune esecuzioni sottolineano particolarmente questo aspetto che rappresentò, indubbiamente, un momento di ulteriore novità alle orecchie dei contemporanei.

http://sausage.whatbox.ca:15263/imglnks/usimg/7/75/IMSLP246973-PMLP02581-Symphony_No._3_in_E_Flat_Major_Eroica__Op._55_-_IV._Finale_Allegro_molto.mp3



  Beethoven Sinfonia no. 3 - Philippe Herreweghe



QUARTA SINFONIA op. 60 in Si bemolle maggiore (1806). Durata media: 30 minuti

Dopo la terza sinfonia e prima della quinta, dalle connotazioni parimenti “eroiche”, si tratta di una sorta di pausa che alcuni critici interpretano come una “regressione”.

  Schumann scrisse che si trattava di un’elegante fanciulla stretta tra due giganti (la terza e la quinta sinfonia, appunto). A ben vedere, pur nell’innegabile diversità dell’atmosfera propria di questa sinfonia rispetto a quelle contigue, sono anche qui ben riconoscibili i tratti dello stile Beethoveniano (l’estensione degli sviluppi, la plasticità del temi, l’incessante procedere ritmico con i soliti tratti “febbrili” dello scherzo (pdf) e anche alcune arditezze sperimentali, soprattutto dal punto di vista timbrico, nel secondo movimento e nel finale.






   
Robert Schumann
 1° movimento : il movimento si apre con una solenne introduzione lenta dai tratti anche patetici che, mediante un rimarchevole accelerando, porta all’allegro del primo movimento in forma sonata. Qui il primo tema è caratterizzato dall’impulso ritmico unito a una spiccata melodiosità. Ad onta della relativamente limitata frequentazione di questa sinfonia ritengo si tratti di uno dei temi più belli composti da Beethoven. La costruzione in forma sonata è quanto mai chiara: al primo tema ne segue un secondo altrettanto melodioso ma dal carattere quieto e, quindi, assolutamente contrastante che è enunciato dai fiati (fagotto, oboe e clarinetto). Lo sviluppo che segue è ancora un esempio della maestria del compositore nell’utilizzo dei materiali sonori proposti in una serie infinita e sorprendente di variazioni: i temi tornano entrambi, e si noti come il primo tema viene qui trattato in
maniera molto più cantabile di quanto la sua presentazione lasciasse supporre. Segue la canonica ripresa e una breve coda.
2° movimento : è un adagio, notevole soprattutto per l’innovazione timbrica, costituita dall’utilizzo “lunare” dei fiati (note lunghe del clarinetto) e del timpano in pianissimo. Si apre con un movimento quasi meccanico di accompagnamento degli archi, che caratterizza tutto il movimento passando anche agli altri strumenti (fagotto e timpani in piano), sul quale si staglia un tema molto lirico e nobile che ritorna continuamente leggermente variato, insieme al suo accompagnamento ritmico.
3° movimento : lo scherzo, come detto si caratterizza dall’incessante impulso ritmico, come al solito favorito dallo spostamento degli accenti (a me ricorda quello, successivo, della settima sinfonia), dall’alternanza di forte e piano e dai bruschi “scartamenti” di tonalità. È diviso in due parti (ciascuna delle quali ripetuta) e inframmezzato da un trio che torna due volte alternandosi allo scherzo rieseguito nelle sue due parti senza ripetizioni (l’ultima volta scorciata).
4° movimento : il tema viene enunciato in piano dagli archi nel registro grave ed è costituito da un disegno di quattro note velocissime ripetute a diverse altezze seguite da una sezione più cantabile. Una sorta di “perpetuum mobile” in forma sonata. Nella coda del primo tema, il fagotto ha un passaggio velocissimo che viene temuto dagli esecutori per la sua difficoltà.


 Beethoven - Sinfonia N. 4, Op 60 - Thielemann





QUINTA SINFONIA op. 67 in do minore (1808). Durata media: 30 minuti

Manoscritto Sinfonia n. 5
 La quinta sinfonia di Ludwig van Beethoven in Do minore op. 67, fu composta tra il 1807 e l'inizio del 1808 e fu eseguita il 22 dicembre 1808 a Vienna. I primi abbozzi risalgono in realtà al 1804.
 È certamente insieme alla terza, alla sesta e alla nona tra le sinfonie più celebri di Beethoven. Il primo movimento è tra le composizioni più note mai scritte e si caratterizza per la monumentalità quasi michelangiolesca. Nonostante ciò le dimensioni della sinfonia sono contenute, soprattutto se paragonate a quelle della precedente terza sinfonia, altrettanto monumentale. 












1° movimento : Allegro con brio. Si apre con il celeberrimo rintocco di tre note ribattute seguite da una nota lunga (ta-tà-ta-taaaaan) ripetuto due volte. Questa cellula ritmica informa di sé in vari modi non solo tutto il primo movimento ma anche tutta la sinfonia, in quanto ritorna in questa forma o ritmicamente variato in tutti i movimenti. Questa sorta di “gesto” è tra i più sconvolgenti della storia della musica. Il movimento è in forma sonata, succinta ma ben riconoscibile anche se il secondo tema è una derivazione del primo, solo reso meno stentoreo e più cantabile. Inutile dire che lo sviluppo è sintetico ma magistrale e la conclusione del movimento è un tipo di musica probabilmente inaudita prima d’allora per impellenza e precipitazione.

http://javanese.imslp.info/files/imglnks/usimg/2/24/IMSLP298641-PMLP01586-LvBeethoven_Symphony_No.5_mvt1.ogg


2° movimento : Andante con moto. Pur trattandosi di un tempo lento mantiene, a tratti, l’atmosfera “epica” e nobile del primo movimento. È in forma sonata semplificata senza lo sviluppo: entrambi i temi sono enunciati dai violoncelli. Il tema ritmico si ode un po’ nascosto qui e lì tra i bassi.

http://javanese.imslp.info/files/imglnks/usimg/1/1d/IMSLP298642-PMLP01586-LvBeethoven_Symphony_No.5_mvt2.ogg


3° movimento : Allegro. Lo scherzo è piuttosto breve (questa sinfonia è “sintetica” ma proprio per questo assolutamente memorabile) e si basa su due motivi: il primo, in guisa di introduzione, è una misteriosa scala degli archi gravi; il secondo che si alterna al primo, enunciato dapprima in forte dai corni, deriva dalla melodia del primo tema del primo movimento con ritmo variato (l’accento è sulla prima nota invece che sulla seconda).
Anche qui si ritrova la classica alternanza con un trio che però, con l’utilizzo del contrappunto, ha un andamento che non è propriamente contrastante con quello dello scherzo, del quale costituisce, quasi, una terza parte. Nella ripetizione, lo scherzo ha dinamiche invertite: laddove c’era il tema in “forte” ora c’è un piano che fa uso dei legni e del pizzicato degli archi. Lo scherzo è infine legato all’ultimo movimento da un crescendo impressionante che inizia con un rollio (quasi un brontolio) dei timpani e degli archi.

http://conquest.imslp.info/files/imglnks/usimg/d/d2/IMSLP298643-PMLP01586-LvBeethoven_Symphony_No.5_mvt3.ogg


4° movimento : Allegro. Si apre con una fanfara luminosa e, per la verità, un po’ retorica. In forma sonata, a mio parere costituisce il brano più debole della sinfonia. Ma, del resto, se si segue la dialettica interna che ci propone Beethoven fa da perfetto contraltare al tumulto del primo movimento e scoglie il clima tragico con il trionfo dei “valori positivi”. La coda (presto), poi, è particolarmente enfatica e retorica anche se non priva di efficacia.

http://petrucci.mus.auth.gr/imglnks/usimg/6/68/IMSLP298644-PMLP01586-LvBeethoven_Symphony_No.5_mvt4.ogg






 Beethoven Sinfonia N.5 - Riccardo Muti

2 commenti:

  1. molto interessante il contenuto...i video? pdf?

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  2. come mai alcuni collegamenti al web si aprono in "altra pagina" e altri nella stessa? mancano i pdf e gli audio...
    Il contenuto molto interessante!

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