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sabato 25 gennaio 2014

5. Musarò Giuliana


La vita di Mozart fu costellata da periodi di depressione e disperazione, esacerbati da una affezione renale. Si dice che Costanza lo abbia assistito con grande cura in questo periodo. Molte delle memorie che ci sono pervenute su Mozart lo descrivono come un uomo capriccioso e di affetti superficiali, ma non bisogna dimenticare che in gran parte furono scritte sulla base di conoscenze epidermiche o puramente professionali; Mozart aveva una famiglia e una cerchia ristretta di amici devoti ai quali a turno si dedicava completamente. I sentimenti di Costanza sono ben rivelati da quanto scrisse sull'album di Mozart nel giorno della sua morte

 "Ciò che scrivesti su questa pagina al tuo amico, lo scrivo ora a te nella mia afflizione, amatissimo consorte. Mozart - indimenticabile per me e per l'Europa intera - ora sei in pace, per sempre in pace!!... All'una del mattino del 5 dicembre di quest'anno egli lascio, nel suo trentaseiesimo anno - ahimè, troppo rapidamente! - questo mondo buono ma ingrato! Oh, Dio! - Per otto anni fummo uniti dal più tenero legame, indissolubile quaggiù! - Oh! potessi presto riunirmi a te in eterno. La tua sventuratissima moglie Costanza Mozart nata Weber" 

La morte prematura del compositore, sebbene non del tutto inattesa per i più attenti dei suoi contemporanei, colpì profondamente e afflisse coloro che gli erano più vicini. Era quasi inconcepibile che un talento come quello di Mozart potesse essere tacitato dalla morte a trentasei anni. Ancora oggi si fanno congetture sulle cause della sua precoce scomparsa.


Costanza Weber Mozart
ASPETTO FISICO
L'aspetto fisico di Mozart pregiudicò il suo successo in età adulta; sebbene non fosse  brutto, non colpiva nè era particolarmente attraente. Era alto 152 centimetri, con una grande testa e un prominente naso aquilino. Aveva grandi occhi azzurri e si ritiene che fosse un po' miope. Secondo quanto riferisce il tenore irlandese Michael Kelly, aveva «una capigliatura bionda, folta e bella»: evidentemente considerava questa la sua migliore attrattiva e per la maggior parte del tempo teneva i capelli in ordine e incipriati con eleganza. Gli piaceva portare parrucche, in armonia con la moda del momento, e amava gli abiti costosi dai colori vivaci, soprattutto rossi. L'udito di Mozart era straordinariamente fino e gli consentiva di individuare i minimi errori di intonazione. Aveva un'evidente deformazione dell'orecchio sinistro che ancora oggi viene chiamata «orecchio di Mozart» ed è diffusamente descritta nella letteratura medica (le «orecchie di Mozart», a quanto si sa, non sono associate a un'anomalia interna - in particolare non ci sono collegamenti con malattie renali - né, come si pensava una volta, sono collegate a un eccezionale talento musicale).
immagine relativa ad un "orecchio di Mozart"

LE MALATTIE DI MOZART E LE LORO CONSEGUENZE
L'origine della malattia finale di Mozart sta in una serie di infezioni infantili che avevano colpito il giovane prodigio. Nel 1762, a sei anni, fu colto da una forte febbre accompagnata da un esantema. Il suo corpo si coprì di dolorose pustole rosse che, si disse, avevano le dimensioni di un kreutzer (una moneta di circa tre centimetri di diametro). La sua infanzia fu caratterizzata da ricorrenti attacchi di tonsillite streptococcica. Ne fu colpito due volte nel 1762 e ancora nel 1764 e nel 1765. Nel dicembre del 1762 lo colse una grave poliartrite associata alla malattia; furono colpite anche le ginocchia, tanto che a stento riusciva a stare in piedi. Si è ipotizzato che la malattia fosse una febbre reumatica, ma potrebbe essere stata una precoce manifestazione della sindrome di Henoch-Schönlein che, secondo Peter Davies, finì per costargli la vita (entrambe le malattie sono una reazione auto-immune all'infezione streptococcica della gola e sarebbero state relativamente comuni al tempo di Mozart). Nel novembre del 1765 sia Mozart che la sorella furono colpiti da una malattia febbrile mentre si trovavano all'Aja. Ricevette l'estrema unzione, ma contro ogni previsione si riprese. Wolfgang restò malato per un mese, emaciato e disidratato; le sue labbra persero la pelle tre volte e divennero dure e scure. È impossibile fare una diagnosi sicura di questa malattia, ma la maggior parte dei medici professionisti che si sono interessati alle malattie di Mozart sono propensi a diagnosticare una febbre endemica tifoidea. Nel novembre 1766 Mozart ebbe una recrudescenza di febbre e poliartrite; le ginocchia furono nuovamente colpite, non riusciva a camminare né a muovere le dita dei piedi e le ginocchia. Nel 1767 contrasse il vaiolo a Olmütz durante un'epidemia. Fu gravemente malato per tre settimane e Nannerl scrisse che la malattia aveva sfigurato il fratello. Durante la convalescenza imparò a tirare di scherma. Nel gennaio del 1772 fu di nuovo malato a Salisburgo, con un evidente ritorno di tonsillite streptococcica cronica. Nell'agosto del 1784 Mozart fu un'altra volta gravemente ammalato. Il 23, mentre assisteva a un'opera di Paisiello a Vienna, sudò così tanto da inzuppare gli abiti. Accusò inoltre coliche e vomito e rimase indisposto sino alla fine di settembre. Leopold Mozart descrive la malattia del figlio come una «febbre infiammatoria reumatica». La salute di Mozart si deteriorò progressivamente dopo questa malattia. Fu seriamente malato nel 1787 e di nuovo nel 1790, quando soffrì di dolori reumatici, mal di testa e mal di denti. Ancora una volta c'e la prova (adenopatia cervicale) che era stata una forma lieve di tonsillite a scatenare la malattia.

 TABELLA I

Diagnosi sintomatica
della morte

Possibili spiegazioni cliniche
«Idropisia del cuore»
Necrologio (1791)
Edema dovuto a insufficienza renale e/o
cardiaca
«Versamento nel cervello»Closset (1791)Encefalopatia ipertensiva; delirio o coma; accidente cerebrovascolare
«Febbre miliare acuta» Sallaba (1791)Febbre ed eruzione cutanea (esantema); delirio
«Febbre reumatica infiammatoria»
von Lobes (1824)
Febbre; esantema; malattia autoimmune; mialgia; artrite/artralgia
Perdita di peso, debilitazione, svenimenti, trascuratezza, edema, paranoia; depressione
Suard (1804)
Uremia cronica; encefalopatia ipertensiva; disturbi affettivi
 TABELLA II 
Cause delle malattie di Mozart
come sono state ipotizzate
dai moderni storici della medicina

Shapiro (1968)Setticemia complicata da insufficienza renale acuta
Belza (1953)Kerner (1969)Forte avvelenamento da metallomercuriopiombo (acqua toffana)
Barraud (1905) Carp (1970)
Fluker (1972)
Nefrite da post-scarlattina
Bokay (1906)Febbre reumatica
Bär (1966)Febbre reumatica
Shock emorragico, dovuto a flebotomia (salasso)
Clein (1959)Endocardite infettiva
Davies (1983)Disturbo affettivo bipolare
Sindrome di Henoch-Schönlein:
poliartrite
insufficienza renale acuta o cronica
esantema
Broncopolmonite stafilococcica terminale ed emorragia cerebrale

L'ULTIMO ANNO DI MOZART
Erano stati molti a notare il pallore e la debolezza di Mozart nei primi mesi del 1791. Il compositore diventò incline alla depressione e a un comportamento paranoico. Alcuni autori hanno ipotizzato che le sue mani grassocce e il viso gonfio fossero collegati agli sviluppi dell'affezione renale. Malgrado la crescente malinconia e il peggiorare del male, Mozart era straordinariamente produttivo dal punto di vista musicale; faceva poche concessioni alla sua malattia e dormiva spesso non più di quattro ore per notte. Si sa che mangiava poco e beveva molto. Nella seconda metà del 1791 la sua salute peggiorò sensibilmente. Divenne pallido e malaticcio, sempre più depresso, assillato da pensieri di morte. Cominciò ad avere continui svenimenti e le sue caviglie si gonfiarono. Lo stato emotivo fu ulteriormente aggravato quando uno «sconosciuto», che non volle rivelare il suo nome, chiese in agosto a Mozart di comporre una Messa da Requiem. L'episodio è una delle storie più famose nella letteratura su Mozart. Lo sconosciuto era Anton Leitgeb, servitore del conte Franz Walsegg- Stuppach, il quale voleva far passare per sua la Messa. Nella mente depressa e paranoica del compositore, il visitatore divenne un messaggero di morte. Entro ottobre Mozart aveva perso molto peso ed era già morto quando Leitgeb venne a prendere il Requiem. La sua lunga malattia e meglio spiegata come insufficienza renale cronica, forse complicata da ipertensione cerebrale. Probabilmente era anche affetto da una grave forma di anemia.
Le teorie sull'avvelenamento di Mozart si basano soprattutto sul rapporto causa-effetto. Da un punto di vista medico sono superflue, in quanto le possibili cause naturali della morte di Mozart sono moltissime. L'avvelenamento da mercurio è il meno probabile, in quanto Mozart non presentava nessuno dei segni tipici del mercurialismo cronico. L'acqua toffana (piombo) sarebbe più difficile da escludere per i biografi, ma l'affollamento nella stanza di Mozart non avrebbe lasciato molte occasioni al presunto avvelenatore. Le scarne relazioni di Mozart con i fratelli massoni furono ingigantite da alcuni autori in modo da fornire un movente all'avvelenamento, e lo stesso avvenne per le sue impre nei boudoir con le mogli di altri uomini!
Antonio Salieri
 Quando Salieri fu colpito da demenza senile nel 1823, accusò se stesso di avere avvelenato Mozart. Non ci sono però le prove che avesse le conoscenze e le relazioni necessarie a commettere l'omicidio. La sua confessione provocò un grande clamore e dicerie non del tutto zittite; fu cavallerescamente difeso in pubblico dal dottor Guldener von Lobes. Il Mozarteum di Salisburgo custodisce un teschio che potrebbe essere quello di Mozart. La sua autenticità è tuttora dubbia, ma non è stato ancora esaminato da un moderno medico legale. Se si rivelasse essere davvero il teschio di Mozart, la presenza di mercurio potrebbe rilanciare la teoria dell'avvelenamento; ma poiché il mercurio veniva usato a scopi medici, le sue tracce non proverebbero in alcun modo che il compositore fu avvelenato. Franz Hofdemel, marito di una delle allieve di Mozart, si suicidò il giorno del funerale del compositore, e i sostenitori della "teoria dell'avvelenamento" hanno cercato, ma senza successo, di collegare la sua morte con quella di Mozart.

IL FUNERALE DI MOZART
Il 17 dicembre venne celebrato un funerale di terza classe, del costo di 8 fiorini e 56 kreutzer, una somma irrisoria. Il corpo di Mozart fu esposto nella casa dove era morto. Venne poi trasportato nella cattedrale di Santo Stefano, dove fu benedetto nella grande navata rinascimentale davanti a un pulpito segnato da una croce, familiarmente chiamato Cappella del Crocifisso. Il funerale, estremamente semplice, era il meno costoso tra quelli disponibili, ma non fu il funerale di un povero. Dopo la benedizione, i corpi ammassati furono portati in una tomba del cimitero di San Marco. Mozart fu sepolto in una fossa comune profonda 2,25 metri, insieme con i vicini del suo quartiere morti quel giorno. I cadaveri vennero sepolti in due strati, ciascuno coperto da calce; la fossa fu poi riaperta per seppellire un altro strato di cadaveri. Le tombe restarono senza nome. Tra coloro che accompagnavano il funerale c'erano Süssmayr e Salieri. Costanza non era presente, probabilmente a causa di una malattia (soffriva di una dolorosa flebite) o della disperazione. Gli amici assistettero alla benedizione del corpo, ma non accompagnarono Mozart quando fu portato insieme agli altri defunti a San Marco attraverso il sobborgo della Landstrasse. Si disse che non lo fecero a causa del cattivo tempo, ma recenti ricerche hanno dimostrato che sebbene la giornata si presentasse nebbiosa, più tardi un leggero vento da nord spazzò via la nebbia e rivelò un cielo sereno. La storia degli accompagnatori scoraggiati dal maltempo è un tentativo di autori recenti di smentire i primi commentatori, i quali parlarono di una crudele indifferenza nei confronti del compositore. Ma non faceva parte delle convenzioni dell'epoca accompagnare il corpo a una fossa comune. Il carattere di Mozart continua a sfuggirci. Era un uomo riservato e i suoi biografi devono procedere a fatica attraverso una mole di dicerie, testimonianze contraddittorie, insinuazioni, scandali, per tracciare un ritratto realistico. La sua musica probabilmente ne rivela il carattere meglio di quanto potrebbero mai fare gli schizzi biografici, ostacolati come sono da scarsa documentazione e informazioni insufficienti. La vita del compositore è stata usata come allegoria per illustrare molti temi della condizione umana - compreso il ruolo della mano di Dio nelle vicende terrene. Dopo duecento anni sembra che l'uomo non si sia ancora rassegnato alla grande tragedia della morte di Mozart.
Vienna - St.Marxer Friedhof - Tomba di W.A.Mozart

1 commento:

  1. Giuliana, molto interessante il tuo post...mancano i files riferiti a un documento del tuo computer (pdf) i video e gli audio

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