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lunedì 10 febbraio 2014

4 POST Eleonora Coppola - L' "Appassionata" di Beethoven


Eleonora Coppola


L' "Appassionata" di Beethoven: Sonata No. 23 in Fa maggiore per pianoforte, op. 57  



Esecuzione di Arthur Rubinstain
Beethoven e Anna Holtz (giovane copista del compositore) nel film Io e Beethoven



Il suo orecchio ode l'armonia della natura;
ciò che la storia porge, che la vita dona,
il suo petto accoglie subito e volentieri:
ciò che è disperso lontano, raduna il suo animo,
e il suo sentimento anima l'inanimato.
Sovente egli nobilita ciò che a noi apparve volgare
e ciò che è stimato diviene nulla innanzi a lui.
In questo suo circolo magico, cammina
quell'uomo mirabile, e ci attira
a camminare con lui, a partecipare con lui:
sembra avvicinarsi a noi, e da noi rimane lontano.
(Goethe, Torquato Tasso, Atto primo)





Un allievo di Ludwig Van Beethoven (1770-1827) racconta che un
pomeriggio del 1804 il Maestro era rientrato dalla solita passeggiata nei pressi di Döbling (piccolo sobborgo viennese) canticchiando e borbottando qualcosa d’indecifrabile, una sorta di bolli bolli continuo e sommesso; giunto in casa, senza togliersi nemmeno il cappello, Beethoven si era diretto al pianoforte, sul quale era restato curvo un paio d’ore a cercare sui tasti l’idea di quel mormorio inarticolato: e quando, alzatosi, aveva sorpreso l’allievo seduto in un angolo, lo aveva spedito senza tante scuse: "oggi non c’è lezione, ho ancora molto da lavorare!". Stava nascendo la Sonata per pianoforte op. 57 Appassionata, uno dei capolavori del grande compositore tedesco.



(Esecuzione di Caludio Arrau)



Dedicata al conte Franz von Brunswik, seconda metà 1804 - primi mesi 1805, pubblicata a Vienna, Bureau d’arts et d’industrie, febbraio 1807. 






L'appassionata (la cui denominazione figura per la prima volta in una edizione per pianoforte a quattro mani, pubblicata dall’editore Cranz di Amburgo nel 1838.), composta sembra per un amore non corrisposto e scritta quando questi aveva 35anni (1804-5), è senza dubbio tra le sonate più belle di questo autentico genio e quindi tra le più belle in musica. 



E' una sonata che consta in teoria di 2 tempi, in pratica è divisa, da tutte le incisioni, in 3 tempi:



1°Allegro assai                  mp3  (8' 46'')                Partitura (PDF)
2°Andante con moto         mp3   (8' 45'')
3°Allegro ma non troppo   mp3   (8' 12'')




(Esecuzione di Daniel Barenboim)



L’Allegro assai s’impone per la potenza espressiva dei temi, il primo cupamente interrogante, il secondo, ad esso tuttavia legato da visibile affinità formale, generoso, aperto, eroico: ma continuato, a complemento quasi del senso del primo, da un terzo elemento, di precipitazione drammatica. Forse ancor più interessano i loro rapporti di opposizione, d’interdipendenza e di derivazione che tanto nell’esposizione quanto nello sviluppo, nella ripresa e nella coda si spiegano in un’atmosfera tempestosa -— in senso traslato, s’intende — paragonabile per molti rispetti a quella del tempo corrispondente dell’op. 31/2, benché d’una fantasia meno varia, c per contro d’una foga più continua.






Il tema dell' Andante con moto, grave come un corale e ritmato come una lenta marcia, sembra venire a noi da un mondo superiore di augusta serenità. Si svolge in tre variazioni che il Bekker ha definito nel complesso come una specie di estetica dei vari registri del tono di re bemolle maggiore. La prima, ancora nel registro grave, incomincia ad animarsi nel leggero movimento in contrappunto del basso; la seconda prende ampiezza e colore dalla altezza maggiore del suono che si diffonde come uno Ione armonioso nelle figurazioni in arpeggio legate; la terza si spiega ed eleva ancor più, aumentando sempre ili volume e di aerazione. In questo progressivo definirsi della stessa costante immagine in nitidezza di contorni e luminosità di riflessi è tutto il segreto effetto della musica; come un intermezzo di contemplazione, una preghiera elevata sempre più al cielo, una impressione allucinante di pace in mezzo a quelle tempestose degli altri due tempi: poiché anche nell’Allegro non troppo





che si collega con un improvviso dissonante ritmo martellato alle ultime battute della melodia, prossima a spegnersi dopo aver raggiunto il massimo splendore, turbina da capo a fondo una figura impetuosa e agitata, assorbendo in sé i brevi temi ed incisi collaterali di carattere implorante o angoscioso che ogni tanto fugacemente vi affiorano. Lo stato d’animo musicale è affine a quello del primo tempo e sensibili analogie si possono riscontrare fra i vari elementi espressivi e formali dell’uno e dell’altro. Ma qui tutto è più violento nel suo corso univoco passionale, che si conclude adeguatamente in un Presto irruente come una fanfara. Il tono di fa minore non è tra i maggiormente usati  da Beethoven; lo troviamo però nella Sonata giovanile del 1782-83, nella Sonata op. 2 n. 1, nel Quartetto op. 95, nell’Allegretto della Sonata op. 10 n. 2, nell’Adagio del Quartetto op.59 n. 1, nell’introduzione al terzo atto e nell’aria di Florestano del Fidelio (prima redazione), nella Tempesta della Sinfonia pastorale, in vari episodi dell’Egmont, nell’Allegro molto della Sonata op. 10: suscitatore ovunque, con sviluppi e intensità diversi, di atmosfere cupe, di attese tragiche, d’impeti oscuri e violenti. Ma il suo massimo impegno espressivo à quello della Sonata in oggetto, che il Bekker ha appunto definito : « il testamento in fa minore di Beethoven ». L’ipotetico rapporto di derivazione anche di questa Sonata, oltre che dell’op. 31/2, dalla Tempesta (Pdf) shakespeariana non è accettato dallo Schering, che lo attribuisce ad un malinteso derivato dal modo di esprimersi « niente affatto chiaro » dello Schindler. « Le parole, di Beethoven si riferiscono soltanto all’op. 31/2. Per quale ragione il maestro, dopo avere espresso in questa tutto l’essenziale, sarebbe dovuto tornare qualche anno dopo a riprendere lo stesso argomento, è inspiegabile. Ci vuole una fantasia dissestata per trovare una relazione fra la passionale Sonata in fa minore e la in sé e per sé innocua commedia della Tempesta. Il fondamento dell’Appassionata sta piuttosto, per quanto io vedo, in uno dei più paurosi e sanguinosi lavori teatrali del poeta inglese, il Macbeth ». I momenti della tragedia considerati da Beethoven sarebbero i seguenti: Primo tempo : Atto III, scena IV : Il banchetto. Macbeth (primo tema), Lady Macbeth (secondo tema), persone del seguito. L’apparizione dello spettro di Banco a Tavola — Secondo tempo-. Atto IV, scena I: Macbeth dalle streghe. Le tre apparizioni (Tre variazioni) — Terzo tempo (collegato al precedente): Continuazione della scena delle streghe. Lo scongiuro delle ombre dei sette re e di Banco. Danza delle streghe e maledizione di Macbeth: «Dove sono esse? Sparite? Quest’ora nefasta resti per sempre maledetta nel calendario!».
Macbeth - atto Primo, scena 3.

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