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mercoledì 5 febbraio 2014

2 POST Eleonora Coppola - BEETHOVEN: Sonata n.8 in Do minore op. 13 - "PATETICA"


Eleonora Coppola


BEETHOVEN: Sonata n.8 in Do minore op. 13 - "PATETICA"





Composta negli anni 1798 e 1799 e pubblicata per la prima volta da Eder nel dicembre del 1799 con dedica al principe Karl von Lichnowsky, quest'opera segna un punto di svolta per la musica di Beethoven.



     
    1. Grave
    2. Allegro di molto e con brio
    3. Adagio cantabile (la bemolle maggiore)
    4. Rondò. Allegro


La Sonata per pianoforte n. 8 Op. 13 di Ludwig van Beethoven è anche nota con il titolo di Patetica. Questo appellativo non fu coniato da Beethoven, bensì dal suo editore per motivi commerciali. Il compositore tuttavia lo riconoscerà come esatto riferendosi al termine "patetico" come lo intendeva il poeta Friedrich Schiller.


Il manoscritto originale è perduto. Il titolo dato a questa sonata dall’editore — e tacitamente accettato, a quanto sembra, dal maestro — dovette servire nell’epoca a farne spiccare maggiormente il profilo dallo sfondo di una determinazione espressiva di genere: ché l’opera eleva a regola di stile elementi di tragica passionalità non ignoti a musicisti precedenti. Citiamo fra questi Clementi, Cherubini e Mozart Pdf con la Fantasia (K. 475) 
 Mozart - fantasia in C minor
e la Sonata (K. 457) 
 Mozart - sonata K. 457in do minore.

Il Grove afferma un principio tragico in due aspetti antitetici: l’imperativo e il supplichevole.


Esecuzione di Daniel Baremboim

L'indicazione dinamica prescritta per l'attacco a piene mani dell'accordo con cui si apre il Grave introduttivo (fp, ovvero un forte che tosto si rapprende in un piano), apparentemente ineseguibile sulla tastiera, è in questo senso persino emblematica, oltre a suggerire mirabilmente l'idea di un freno, di una repressione gravante su uno slancio che vorrebbe erompere. L'inciso iniziale, tre volte ripetuto, su cui si basa tutta l'introduzione, col suo ritmo doppiamente puntato e la configurazione a ventaglio, contemporaneamente ascendente (mano destra) e discendente (mano sinistra), sembra faticosamente anelare la chiara luce del giorno attraverso torturate appoggiature cromatiche e i più violenti contrasti dinamici, per gettarsi alla fine nella corsa senza freni dell'Allegro di molto e con brio, dove l'atmosfera tesa e carica di minacciosi presagi dell'introduzione si scarica con possente veemenza.
L’antitesi viene,infatti, svolta nell’Allegro (Mp3) con i suoi temi, connessi come spirito e anche per qualche derivazione musicale a questa introduzione. Lo stesso principio tragico è riaffermato due volte, durante il corso del tempo,  nella sua forma originaria: l’una alla fine della prima parte, precedente lo sviluppo, l’altra al termine della ripresa, prima della conclusione, come la reiterata affermazione d'un fato ineluttabile.



L’Adagio (Mp3) è costituito da una melodia limpida e profonda, tipicamente beethoveniana. Se ne è avvicinato il movimento a quello del primo tema dell ’Adagio della Nona Sinfonia, che però ha un carattere latente di tristezza contemplativa, mentre qui ii esprime piuttosto uno stato di calma grave e dolce turbato soltanto dall’episodio centrale, in cui le parti estreme dialogano intorno ad un nucleo di movimento agitato.




Il Rondò (Mp3) riporta il tono e l’espressione dell’ Allegro iniziale, ma all’ultimo soltanto ne riprende efficacemente l’impeto. Richiama anche nello spunto la figura ritmico-melodica caratteristica del tema lento introduttivo e, più letteralmente, del secondo tema.

Video con partitura: Rànki Dezsò (piano)

Dal fatto che gli abbozzi di questo Rondò si trovino insieme con altri destinati ai Trii dell’op. 9 (Finale di quello in sol maggiore; Scherzo di quello in do minore), il Nottebohm (II, pag. 42 e segg.) congettura ch’esso possa in un primo momento esser stato concepito per più strumenti: per pianoforte e violino, forse anche destinato al Finale del Trio in do minore.

Lo Schering interpreta il contenuto poetico della Sonata riferendosi all’Ero e Leandro. Pdf di Schiller: Primo tempo: 

Grave: La disperata Ero scongiura Zeus di aver pietà di lei (strofa 17);

Allegro: Tempesta di mare; supplichevole preghiera agli dei perché vengano in soccorso All’amato (strofe 20-22);
Secondo tempo: Quiete della natura dopo la tempesta; Ero riconosce il cadavere di Leandro sospinto alla riva. Scoppio di dolore e melanconica rinuncia (strofe 23-24);
Terzo tempo: Lotta dell’anima e sguardo al passato; Ero si getta nelle onde (strofe 25-26).

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