Eleonora Coppola
UN ITINERARIO NELLE SONATE PER PIANOFORTE DI BEETHOVEN
Dall’epoca dei grandi specialisti beethoveniani come Wilhelm Backhaus a quella più recente di musicisti poliedrici come Alfred Brendel e Maurizio Pollini, le 32 Sonate per pianoforte di Ludwig van Beethoven rappresentano una sfida titanica e un’attrazione irresistibile per tutti i grandi pianisti: il «Nuovo Testamento» del pianoforte, come le definì Hans von Bülow. Se il confronto con i grandi del passato è inevitabile, una nuova interpretazione può fondarsi solo su un lavoro autonomo e certosino sui testi.
Il discorso è molto complesso, dal momento che proprio con Beethoven la forma e la forma-sonata vanno in una direzione che definiamo moderna. L’evoluzione straordinaria del linguaggio musicale beethoveniano va dalle giovanili Sonate op. 2, già svincolate dal modello di Haydn, alle ultime, visionarie realizzazioni della maturità. Da questa analisi storico-critica discendono immediatamente, in maniera nello stesso tempo personale e non arbitraria, scelte di regia, tempo, suono, dinamica, timbro.
Beethoven fu, senza dubbio, uno dei più importanti compositori per il pianoforte; al di là della qualità delle sue sonate, la sua scrittura prende origine dai modelli mozartiani e haydniani per poi elaborare una forma originale di grande libertà creativa. Il compositore s'interessò attentamente, nel corso della sua esistenza, a tutti gli sviluppi tecnici dello strumento al fine di sfruttarne tutte le possibilità.
Ha pubblicato 32 sonate per pianoforte; a queste bisognerebbe aggiungere la sonata incompleta woO 51, le 3 sonate WoO 47, composte probabilmente nel 1783 e dette "Sonate all'Elettore" (Kurfürstensonaten) in quanto dedicate al Principe-Elettore Maximilian Friedrich von Königsegg-Rothenfels.
Prima Sonata
File Mp3:
Allegro cantabile (5'03")
Andante 5'15"
Rondò - Vivace (2'39")
Partitura (PDF)
Seconda Sonata
Larghetto maestoso Allegro Assai (4'20")
Andante (7'27")
Partitura (PDF)
Terza Sonata
Minuetto con variazioni (7'28")
Scherzando Allegro ma non troppo (4'34")
Partitura (PDF)
Per quanto riguarda le 32 sonate con numero d'opera, la loro composizione avviene nell'arco di una ventina d'anni. Questo corpus compositivo, in modo più evidente rispetto alle sinfonie, evidenzia l'evoluzione dello stile del compositore nel corso degli anni. Le sonate nel corso degli anni si affrancano sempre più dai dettami classici previsti dalla forma sonata; gradualmente le composizioni guadagnano sempre più libertà di scrittura e diventano sempre più complesse.
Inoltre tra le più celebri sonate si possono citare l' Appassionata e la Waldstein (1804) o Gli Addii (1810). Nella celebre Hammerklavier (1819), lunghezza e difficoltà tecniche raggiungono livelli del tutto inusitati. Essa fa parte delle cinque ultime sonate, nelle quali l'autore utilizza per i movimenti conclusivi tipologie più consone al quartetto d'archi che della sonata per piano come la fuga (finale opp. 101, 106 e 110) e la variazione (finale opp. 109 e 111); in questi ultimi due brani, in particolare, al dinamismo tipico del periodo "eroico" subentra una calma estatica e apparentemente atemporale.
I grandi interpreti beethoveniani:
Esecuzione di Horowitz - piano sonata op. 57 "Appassionata"
Esecuzione di Richter - Sonata op. 110
Esecuzione di Zimerman - sonata op. 13 "Patetica"
Esecuzione di Barenboim - sonata op. 27 "Chiaro di luna"
I grandi interpreti beethoveniani:
Esecuzione di Michelangeli - sonata op. 111
Esecuzione di Zimerman - sonata op. 13 "Patetica"
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